Il Consiglio di Stato blocca l'inceneritore di Case Passerini, nel Comune di Sesto Fiorentino.I giudici amministrativi hanno respinto il ricorso contro la sentenza del Tar della Toscana che aveva annullato l'autorizzazione alla costruzione del termovalorizzatore e confermato che il via libera all'inceneritore si potrà avere solo a patto di rispettare le previsioni iniziali per la sua costruzione, cioè realizzando, a titolo di compensazione, un parco nell'area della Piana fiorentina.
"Se oggi l'inceneritore non si fa è merito del Comune di Campi Bisenzio. Abbiamo vinto noi", è il primo commento del sindaco di Campi Emiliano Fossi che con le associazioni ambientaliste e in seguito il sindaco di Sesto Lorenzo Falchi aveva presentato il primo ricorso al Tar.
E il presidente della Regione Enrico Rossi ha continuato: "La sentenza del Consiglio di Stato mette la parola fine al termovalorizzazione di Case Passerini. Com'è noto io ero contrario e l'ho dichiarato a ottobre dell'anno scorso, quando le competenze su questa materia sono passate definitivamente alla Regione. Come abbiamo detto ieri in Consiglio regionale, ci prepariamo – continua Rossi – a predisporre un nuovo piano dei rifiuti che accrescerà la raccolta differenziata e il riuso, riducendo ulteriormente gli impianti di incenerimento e le discariche".
Il tribunale amministrativo si era espresso a fine 2016. Esaminando il ricorso presentato dagli ambientalisti - Wwf, Italia Nostra, Forum ambientalista e Comune di Campi, con l'aggiunta poi del Comune di Sesto - il Tar non trova niente da ridire sulla localizzazione di Case Passerini. Aveva confermato la scelta del termovalorizzatore. E respinto tutti i rilievi riguardanti l'insufficienza dello Studio d'impatto ambientale, l'allarme inquinamento della Piana e il pericolo per la salute, sollevate e sbandierate in questi anni dai comitati. Almeno sotto il profilo della procedura amministrativa, il Tar su questo non ha niente da eccepire. Ma per il Tar l'autorizzazione concessa dalla Città metropolitana era illegittima perché non sono state fatte le opere di mitigazione annunciate e previste dal Pit, il piano d'indirizzo territoriale della Regione. L'Ato Toscana Centro, l'Autorità per il servizio di gestione integrata dei rifiuti urbani aveva presentato il ricorso al Consiglio di Stato. Che oggi ha confermato quella sentenza.
"Se oggi l'inceneritore non si fa è merito del Comune di Campi Bisenzio. Abbiamo vinto noi", è il primo commento del sindaco di Campi Emiliano Fossi che con le associazioni ambientaliste e in seguito il sindaco di Sesto Lorenzo Falchi aveva presentato il primo ricorso al Tar.
E il presidente della Regione Enrico Rossi ha continuato: "La sentenza del Consiglio di Stato mette la parola fine al termovalorizzazione di Case Passerini. Com'è noto io ero contrario e l'ho dichiarato a ottobre dell'anno scorso, quando le competenze su questa materia sono passate definitivamente alla Regione. Come abbiamo detto ieri in Consiglio regionale, ci prepariamo – continua Rossi – a predisporre un nuovo piano dei rifiuti che accrescerà la raccolta differenziata e il riuso, riducendo ulteriormente gli impianti di incenerimento e le discariche".
Il tribunale amministrativo si era espresso a fine 2016. Esaminando il ricorso presentato dagli ambientalisti - Wwf, Italia Nostra, Forum ambientalista e Comune di Campi, con l'aggiunta poi del Comune di Sesto - il Tar non trova niente da ridire sulla localizzazione di Case Passerini. Aveva confermato la scelta del termovalorizzatore. E respinto tutti i rilievi riguardanti l'insufficienza dello Studio d'impatto ambientale, l'allarme inquinamento della Piana e il pericolo per la salute, sollevate e sbandierate in questi anni dai comitati. Almeno sotto il profilo della procedura amministrativa, il Tar su questo non ha niente da eccepire. Ma per il Tar l'autorizzazione concessa dalla Città metropolitana era illegittima perché non sono state fatte le opere di mitigazione annunciate e previste dal Pit, il piano d'indirizzo territoriale della Regione. L'Ato Toscana Centro, l'Autorità per il servizio di gestione integrata dei rifiuti urbani aveva presentato il ricorso al Consiglio di Stato. Che oggi ha confermato quella sentenza.