COMUNICATO STAMPA n. 0588
Toscana costiera: teatri di tradizione, dalle sinergie le potenzialità di rilancio
Sentiti i vertici dei teatri di Livorno, Lucca e Pisa. Mazzeo: "Superare parcellizzazione, necessaria risposta di sistema"
14 aprile 2016
Firenze –I tre teatri di tradizione di Livorno, Lucca e Pisa, la loro offerta culturale sul territorio, la situazione economica e le possibilità di accrescerne le potenzialità attraverso una crescente sinergia fino alla possibile creazione di una gestione e di un cartellone unitario. Questo il tema dell’audizione che la commissione istituzionale per la ripresa economico-sociale della Toscana costiera, presieduta da
Antonio Mazzeo (Pd), ha tenuto nella mattinata di oggi, giovedì 14 aprile, in Consiglio regionale. Sono stati sentiti i vertici della Fondazione Teatro Verdi di Pisa – il presidente
Giuseppe Toscano e il direttore amministrativo
Andrea Paganelli –, della Fondazione Teatro Goldoni Livorno – il direttore generale
Marco Leone – e del Teatro del Giglio di Lucca – il direttore generale
Manrico Ferrucci –, che insieme hanno illustrato i punti di forza, le crescenti difficoltà della gestione economica a fronte della progressiva riduzione di fondi da Stato, Regione e Comuni, e le vedute, anche diversificate, riguardo alle modalità di attuazione delle possibili sinergie. Con lo sguardo rivolto anche al Festival Pucciniano, altro potenziale soggetto di una riorganizzazione sinergica sul territorio. “Quello delle fondazioni culturali è un settore che nella nostra regione ha impegnate tantissime realtà, ma vede anche una estrema frammentazione che rischia oggi di essere un limite”, dice il presidente Mazzeo. “Lavorare a unificare queste realtà, almeno su base di area vasta, è una strada che potrebbe portare a efficientare le risorse, a dare alle singole fondazioni prospettive migliori e basi più solide”.
I teatri di tradizione sono riconosciuti da legge nazionale (la 800 del 1967) per il ruolo che svolgono di promuovere, agevolare e coordinare attività musicali nel territorio. I tre teatri sviluppano complessivamente un volume di attività di circa 11milioni e 500mila euro. Vi lavorano circa mille e cento addetti, anche stagionali, novecento dei quali assunti direttamente. Sono già state operate riduzioni di personale e tagli sui costi. Le risorse statali coprono il 15 per cento, quelle della Regione il 6 per cento (con una contrazione negli ultimi anni: da 600mila euro complessivi nel 2014, 510mila nel 2015, a 470 mila per il 2016), quelle degli enti locali il 42 per cento. Il 37 per cento delle risorse è generato dagli stessi teatri: incassi (con circa 110mila spettatori l’anno, pari al 10 per cento della popolazione delle tre province) fatturato e altre risorse da privati. I bilanci, come hanno spiegato gli intervenuti, “sono in equilibrio”, ma le gestioni “sono messe sempre più a dure prova in questa fase nella quale le sovvenzioni si riducono progressivamente”. I tre teatri svolgono attività interdisciplinare – lirica, prosa, danza, concertistica, scuole –, “la Regione però ci riconosce i contributi solo per l’attività legata alla lirica”. Di qui l’esigenza di un adeguamento legislativo. “Nella logica del ’fare sistema’ – sostiene Mazzeo – la cultura deve essere sempre più integrata con il turismo e con l’economia. Quello a cui stiamo lavorando, anche coinvolgendo in questo Apet (l’Agenzia di promozione economica della Toscana, ndr) è pensare a percorsi di promozione territoriale turistico/culturale che possano valorizzare tanto i territori quanto le realtà che ci operano anche proprio nel settore artistico culturale”.
Una delle difficoltà da superare, secondo Mazzeo è, appunto, “quella della parcellizzazione del governo dei processi sul territorio”. Una parcellizzazione che si cerca di superare anche nel campo dell’offerta culturale, perché “se questa da un lato è il segno di quanto sia forte la particolarità dei singoli territori, dall’altro rappresenta un limite sia per l’ottimizzazione delle risorse, sia per le prospettive di sopravvivenza delle varie realtà”.
Quella che si prospetta è “una sfida opportuna, da affrontare, tenendo presente la necessità di mantenere vive le tradizioni che caratterizzano ogni singolo territorio. Non c’è la volontà di far sparire le tradizioni dei territori o allontanare le decisioni dai territori, ma al contrario mantenerle vitali facendo sinergia”. La commissione assicura il sostegno, che potrebbe tradursi, ha spiegato ancora Mazzeo, “in un atto di indirizzo nei confronti della Giunta, come già è accaduto per il percorso di unificazione dei poli tecnologici”. Una posizione che ha visto convergere i molti consiglieri intervenuti, con l’attenzione rivolta anche alla Fondazione del Festival Pucciniano di Torre del Lago, che pur con le forti difficoltà di gestione potrebbe concorrere alla creazione di una forte sinergia dell’offerta teatrale della costa toscana. (
s.bar)
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